La Russia, l'Ucraina e la guerra in Europa by Fabio Bettanin

La Russia, l'Ucraina e la guerra in Europa by Fabio Bettanin

autore:Fabio Bettanin
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore
pubblicato: 2023-05-29T00:00:00+00:00


3. La «sicurezza spirituale» e il Donbas.

Nell’aprile 2010, la firma degli accordi per la concessione della base navale di Sebastopoli sino al 2042, seguita dall’annuncio dato da Janukovič del ritorno dell’Ucraina allo status di non allineamento previsto dall’Atto di dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina dell’agosto del 199040, spinse il Cremlino ad anteporre di nuovo il dialogo diretto con il presidente ucraino all’incoraggiamento delle spinte regionalistiche. A Mosca, la vittoria di Janukovič nelle elezioni presidenziali era stata accolta senza particolari entusiasmi, ma il rafforzamento dei poteri presidenziali attraverso l’annullamento delle riforme costituzionali attuate dopo il 2004 sembrò offrire garanzie di trovare un interlocutore attendibile. Formata in sordina nel 2010, l’Unione doganale eurasiatica fra Russia, Kazakhstan e Bielorussia divenne una priorità della politica estera della Russia dopo la rielezione di Putin. I suoi scopi non erano solo economici. Il nodo riguardava i rapporti con l’Occidente, in un confronto che, visto da Mosca, era anche spirituale e politico. In Russia, la svolta antioccidentale fu affidata a leggi repressive e alla spettacolarizzazione di casi usati per condannare valori e comportamenti singoli e collettivi considerati di importazione dai paesi occidentali. All’esterno, il rafforzamento dei «legami spirituali» doveva iniziare dai paesi che da secoli facevano parte della ecumene slava e ortodossa.

Nell’immediato, l’adesione della malandata economia ucraina all’Unione doganale avrebbe portato più problemi che benefici. Considerata nell’ottica del confronto di civiltà, avrebbe creato un limes all’espansione occidentale:

Per la prima volta nella storia moderna – si legge nel Concetto di politica estera approvato nel febbraio 2013 – la competizione globale si svolge su un piano di civiltà, e di conseguenza i diversi valori e modelli di sviluppo basati sui principi universali della democrazia e dell’economia di mercato iniziano a scontrarsi e a competere l’uno contro l’altro. La diversità culturale e di civiltà del mondo diviene sempre più manifesta. […] In queste condizioni, ogni tentativo di imporre la propria scala di valori porterà al rafforzamento di xenofobia, intolleranza e conflittualità nei rapporti internazionali, e sicuramente a un salto verso il caos e l’ingovernabilità.



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